L’implantologia dentale consente oggi di far fronte alla perdita dei denti naturali ripristinando il sorriso del paziente in modo perfettamente funzionale ed esteticamente valido. Vengono inserite nelle ossa mascellari impianti (viti) in titanio per la sostituzione dei denti mancanti. Può essere necessario ricorrere all’implantologia quando ci sono fattori traumatici (fratture), granulomi, infezioni, patologie parodontali (piorrea).

L’implantologia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti naturali mancanti con impianti osteointegrati i quali, possono sostenere denti singoli, gruppi di denti o fungere da supporto per protesi complete. Gli impianti in titanio sono, senza alcun dubbio, la più affascinante innovazione nella storia dell’odontoiatria e rappresentano una soluzione terapeutica molto gratificante sia per il clinico che per il paziente.

L’implantologia dentale oggi rappresenta una soluzione terapeutica prevedibile ed affidabile nel tempo, associata ad un’altissima percentuale di successo (superiore al 96% -98%).

Ai nostri pazienti siamo soliti presentare gli impianti come ”radici artificiali in titanio puro”, un materiale questo, bioinerte e biocompatibile estensivamente adottato in chirurgia dentale ed ortopedica. Gli impianti sono in grado di creare una situazione simile a quella naturale e, come i denti, trovano sostegno e stabilità nell’osso.

Grazie alla loro particolare forma, e al tipo di materiale di cui sono costituiti, vengono posizionati in anestesia locale mediante tecnica chirurgica atraumatica, indolore e si integrano nei tessuti circostanti in maniera stabile e duratura. Questo fenomeno biologico è noto come osteointegrazione e permette agli impianti di diventare parte integrante del corpo come lo sono le radici dei denti naturali.

Ogni singolo paziente deve essere esaminato attentamente, in quanto devono esistere delle condizioni ben precise che consentano di utilizzare questo tipo di trattamento:

1) la presenza di una sufficiente quantità di osso per l’inserimento dell’impianto; per tale valutazione, oltre alle tradizionali indagini radiografiche (radiografie endorali, ortopantomografia), al paziente può essere richiesto un esame radiografico di secondo livello (TC), che fornisce la rappresentazione precisa e tridimensionale della porzione di osso in esame.

2) Il paziente non deve essere affetto da parodontopatia in fase attiva. Una diagnosi attenta ed un’adeguata terapia parodontale permetterà di sottoporre ad interventi di implantologia anche questa fascia di pazienti.

3) Il paziente non deve essere affetto da patologie sistemiche non controllate farmacologicamente (malattie che coinvolgono tutto l’organismo quali il diabete, malattie del sangue, ecc.). Tali malattie possono essere diagnosticate prima dell’intervento attraverso un’attenta anamnesi (storia clinica del paziente), analisi ematochimiche (esami del sangue) e strumentali (radiografie, ecc.).

4) E’ importante che il paziente sia in grado di mantenere una scrupolosa igiene orale domiciliare e osservare i controlli periodici stabiliti per il mantenimento a lungo termine dell’impianto.

Nel caso in cui non ci sia sufficiente osso è comunque possibile eseguire la chirurgia implantare. L’osso, infatti, può essere ricostruito mediante tecniche rigenerative che prevedono l’utilizzo di membrane ed innesti d’osso autologo (del paziente stesso) o di altri materiali biocompatibili.

Nella categoria dei pazienti candidati all’implantologia possono essere inclusi in generale tutti i pazienti giovani, adulti e anziani che hanno perso i denti per malattia cariologica, parodontale, per trauma o per mancanza congenita di alcuni denti; in particolare:

– i giovani che hanno concluso la fase di crescita, di solito 16 anni per le femmine e 18 anni per i maschi che presentano agenesie dei denti permanenti;

– pazienti che hanno perso elementi dentari in seguito ad un trauma; – pazienti che hanno già eseguito in passato riabilitazioni orali estese con ponti fissi, necessitano il rifacimento ma pilastri (denti su cui si appoggia la protesi) non danno garanzie di durata;

– pazienti portatori di protesi rimovibili parziali (scheletrati) o totali (dentiere complete) che per ragioni funzionali, estetiche o psicologiche necessitano di una protesi fissa;

I principali vantaggi dell’implantologia sono:

– il mantenimento dell’integrità dei denti adiacenti alla zona edentula, evitando di protesizzare ed eventualmente devitalizzare denti sani;

– il mantenimento dell’osso alveolare in corrispondenza degli elementi sostituiti da impianti, che andrebbe altrimenti incontro a riassorbimento. L’impianto, infatti, stimola e preserva l’osso come la radice del dente naturale.

-il ripristino della capacità masticatoria;

-il mantenimento delle normali funzioni muscolari facciali, con recupero di un aspetto più giovanile e naturale del viso;

– l’arresto del processo di riassorbimento dell’osso mandibolare o mascellare conseguente alla perdita dei denti naturali ed all’eventuale uso di protesi mobili;

– l’assenza di infiammazioni gengivali e di dolore correlato all’instabilità di protesi mobili non adeguate;

– maggiore sicurezza nel parlare e nel sorridere.

Le fasi operative dell’intervento chirurgico e del conseguente lavoro protesico sono:

1) Gli impianti in titanio vengono inseriti nell’osso mediante un intervento chirurgico; a questo segue un tempo di attesa variabile dai 3 ai 6 mesi circa per dare il tempo alla radice artificiale di integrarsi nell’osso.

2) Terminato il periodo dell’osteointegrazione, con un piccolo intervento in anestesia locale, l’impianto viene scoperto e nella sua estremità viene applicata una vite di guarigione che affiorerà dalla superficie della gengiva.

3) Avvenuta la guarigione della gengiva attorno alla vite, si procede all’esecuzione della corona dentale artificiale.

In alcuni casi clinici, il posizionamento dell’impianto e la sua connessione con la vite di guarigione avvengono contestualmente; per cui si procederà alla fase protesica ad osteointegrazione avvenuta.

Infine, per casi selezionati è possibile inserire l’impianto e il dente provvisorio nella stessa seduta (carico immediato). Anche in questo caso la finalizzazione protesica definitiva avverrà con la completa integrazione dell’impianto all’osso circostante.

Quando un impianto si è integrato con l’osso non c’è limite alla sua durata, purché il paziente mantenga una scrupolosa igiene domiciliare e si sottoponga a controlli periodici e la riabilitazione sia eseguita nel rispetto di corretti parametri tecnici.